La tecnologia più appropriata per la valorizzazione del fluido geotermico è la tecnologia ORC (Organic Rankine Cycle), che risulta particolarmente adatta con fonti di calore a temperature medio basse, comprese tra 90 e 200 ° C. Applicando questa tecnologia, l’energia geotermica primaria è trasferita ad un fluido secondario bassobollente, il quale, compiendo il ciclo Rankine ed espandendo in turbina, permette la produzione di energia elettrica. Dopo l’espansione il fluido organico viene raffreddato, tramite un condensatore ad aria, e dopo essere tornato liquido, è pompato alla pressione massima per re-iniziare il ciclo.

La configurazione descritta consente ingombri contenuti; l’unico componente di dimensioni significative è il condensatore ad aria, che rappresenta, dunque, la parte visibile dell’impianto. Per tale ragione, al fine di massimizzare l’integrazione ambientale, esso verrà opportunatamente integrato ricorrendo a soluzioni architettoniche che rispecchino il paesaggio locale. La caratteristica peculiare dei cicli Rankine a fluido organico è la flessibilità derivante dalla possibilità di scegliere il fluido che meglio si adatta alle caratteristiche della sorgente termica, al fine di massimizzare l’efficienza di recupero termico, e quindi l’efficienza dell’intero sistema.

Tra tutti i possibili fluidi esistenti, la scelta è indirizzata a fluidi atossici e non infiammabili, che garantiscano il massimo rispetto ambientale. L’impianto verrà dunque progettato adottando un approccio integrato al sistema serbatoio geotermico: la progettazione esecutiva si baserà sulle caratteristiche chimico-fisiche del fluido geotermico specifico.